martedì 15 dicembre 2009

ANOTHER GAP IN THE WALL @ GUM STUDIO


GUM STUDIO
Via Apuana, 3 – Carrara (MS)
Tel: (+39) 340 7702569 / (+39) 346 9437211
Email:
studiogum@gmail.com

ANOTHER GAP IN THE WALL

a cura di Gaia Pasi

Mostra bipersonale d’arte contemporanea degli artisti: Francesco Di Tillo e Marco Bertozzi

Opening: 4 dicembre ore 21:00

Finissage: 13 dicembre 2009

Periodo: 4 –13 dicembre 2009, CARRARA (MS) Via Apuana n. 3

Orari: giovedì/domenica h18:00/20:00, lunedì/mercoledì su appuntamento (3407702569 / 3273212933)

GUM STUDIO riapre il 4 dicembre con la mostra ANOTHER GAP IN THE WALL, bipersonale degli artisti Francesco di Tillo (1983) e Marco Bertozzi (1982) a cura di Gaia Pasi.

Gum Studio inaugurato a Carrara nel gennaio 2009 è uno spazio attivo nei circuiti underground (dalle accademie, alle scuole di formazione artistica, ai premi più e meno ufficiali), dove i Gum’s curators invitati di volta in volta a creare degli eventi, ricercano artisti e lavori d’arte visiva che manifestino una linea di ricerca chiara ed interessante ma soprattutto sperimentale. Prerogativa di Gum Studio è la produzione e messa in luogo d’interventi site specific. La prima cosa a cui guarda l’opera specifica ossia fatta appositamente per il luogo, è la morfologia del luogo stesso, la preesistenza spaziale di soffitti, pareti, finestre, porte colonne archi mura e divisori di cui lo spazio si compone. In ordine a questo, Francesco di Tillo e Marco Bertozzi lavorano sul muro, il primo v’interviene “trapanandolo”, l’altro “coccolandolo” in punta di lapis per realizzarvi un wall drowing. Il muro in Another gap in the wall, è il punto di congiunzione degli interventi; entrambi, tentano in qualche modo, di ipotizzare un altra dimensione del muro, un Gap appunto che non si riferisce ad un foro materiale o al vuoto concettuale, ma che facendo forza sull’allusività di un intervento e l’illusorietà dell’altro, sottolinea una “mancanza", anela ad una "sospensione", ad una sorta di Stargategap e quindi ad un “varco”.

Letteralmente, il vocabolo Gap viene interpretato come una scala analitica di valori, in economia una specie di struttura, in senso lato e generale può significare anche errore. Lo Stargate è un passaggio che mette in comunicazione tra loro diverse dimensioni temporali: il futuro con il presente, il passato prossimo con la storia; Correva l’anno 1979 del mese XII del Signore quando i Pink Floyd diedero la luce a The Wall un disco che complice del successo del singolo portante “Another Brick in the wall”, appena uscito, entrò immediatamente a far parte della storia della musica. Qualche anno dopo band e disco furono consacrati dal regista Alan Parker (1944) nel film Pink Floyd The Wall una trasposizione cinematografica dell’album, che oltre a diventare il corrispettivo visivo ed ufficiale dei pezzi divenne un cult per tutti i fans della band. Ma se Roger Water (1943) - autore di quasi tutti i brani di The Wall - si chiude dietro ad un muro psicologico invalicabile, che, per proteggerlo dal mondo esterno lo soffoca inesorabilmente, trascinandolo nella follia-, Bertozzi con Senza Titolo (2009) intende impossessarsi di una determinata porzione architettonica del muro per mettere in relazione questo spazio fisico con l’idea grafica che si ha di essa: “ Ho cercato di saturare l’ “aria” di questa superficie per ridurla ai minimi termini e così facendo, giungere al “disegno” della superficie stessa; ossia: la sua concettualizzazione”. L’istallazione Around a specific images di Francesco di Tillo è composta da un trapano inserito all’interno di una parete e “inquadrato” in una superficie rettangolare monocroma color grigio chiaro. “L’idea dell’inquadratura fa riferimento all’immagine in sé, forse, un’immagine inespressiva, quasi grafica, a-sostanziale, ma pur visibile in tutta la sua presenza. Dal rettangolo grigio scende un “braccio” che allude ad una traccia elettrica. Da esso infatti si inserisce l’alimentazione del trapano che è così “generato” dall’immagine. Il trapano, impiantato all’interno dell’inquadratura grigia è in funzione, sospeso in aria e crea un disturbo visivo e sonoro". Si evidenzia così una contrapposizione tra l’immagine, (più che altro l’idea di un’immagine) - statica, asostanziale, rigida, inespressiva - e quella del trapano – oggetto che evoca “il costruire ”ma anche “il distruggere”, che richiama ad un’azione umana e quindi all’uomo.

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